Arte, cultura e tradizioni

Samassi nell'età moderna

nel 1324 Samassi entrò nella sfera di influenza degli aragonesi, i quali concessero il territorio a varie famiglie in qualità di feudo: Malganto, Cruillas, Podialto e Grillo sono solo alcuni dei feudatari che si sono avvicendati nel tempo

Durante l’età giudicale, nel Trecento, Samassi fece parte della curatoria di Gippi nel Giudicato di Cagliari, passando poi sotto Pisa e infine, dal 1324, sotto gli aragonesi. In questo periodo il paese fu  soggetto a un moderato sviluppo, tanto che inviò anche dei rappresentanti al primo parlamento sardo nel 1355. Nei secoli successivi Samassi passò di mano a varie famiglie in qualità di feudo: nel 1358 ai Malganto di  Ampurias, quindi ai Cruillas, ad Antonio Podialto e ai suoi eredi, a Giovanni di Monte Bovino, a Francesco Grillo e infine, nel 1421, a Marco Monthoi.

Risalgono a quest’epoca alcune fra le chiese principali di Samassi: la parrocchiale della Beata Vergine di Monserrato, con il portale e l’oculo sovrastante, e la minuta chiesa romanico-gotica di San Gemiliano, con il caratteristico campanile a vela e il mausoleo di Giacomo Castelvy. Nei secoli successivi il feudo di Samassi venne affidato a diversi esponenti della nobiltà: Giovanni Montbuy  e Francesco d’Eril nel Quattrocento, Salvatore Aymerich, Mattia Cavaller, Anna e Emanuele di Castelvì, Giovanni di Castelvì nel Cinquecento, Giovanni Battista Castelvì, Caterina e Anastasio Castelvì nel Seicento.

Al XVII secolo risalgono due chiese: Santa Margherita con il suo portico ad archi a sesto acuto e il  campanile a doppia vela e San Giuseppe, eretta nel 1652 come ex voto dopo la fine dell’invasione di locuste e la virulenta epidemia di peste che falcidiò tutta la Sardegna fino al 1656. Nel 1709 il timone di Samassi passò a Giovanni Tommaso di Castelvì, cui seguirono nel 1712 Maria Caterina e Gabriele Antonio Aymerich e nel 1722 Salvatore di Castelvì.

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