Il Medioevo: il Giudicato, i Pisani, il feudalesimo
durante il Medioevo, la zona dove ora sorge Samassi era flagellata dalle incursioni di predoni provenienti dal Nordafrica; dopo essere passato dal Giudicato ai Pisani Della Gherardesca, il paese fu conquistato dagli Aragonesi che imposero la struttura feudale
L’Alto Medioevo di Samassi fu caratterizzato dalle
sempre più frequenti scorrerie di
predoni provenienti dall’Africa settentrionale e dal sorgere dei Giudicati, soggetti politici retti da
un Giudice. In tale periodo, il territorio dove oggi si trova Samassi era
occupato da tre villaggi distinti: Santa Lucia, Sant'Anna e Baralla,
progressivamente soggetti a spopolamento a causa delle carestie delle
incursioni. Dopo l’anno Mille subentrarono nuovi padroni: prima i Genovesi e
poi, dopo la morte del conte Ugolino nel 1288, la famiglia pisana Della Gherardesca.
Non è chiaro con precisione quando comparve l’attuale
abitato di Samassi: viene citato con il nome di Simassi in un documento del
1119, nel 1206 come Semassi in un trattato sui confini dei Giudicati e nello
stesso modo venti anni dopo, in una concessione territoriale di Benedetta di
Lacon a dei monaci. Nel Trecento, gli Aragonesi sbaragliarono tutti i rivali e si accaparrarono l’intera Sardegna, suddividendola e dandola in gestione a vari feudatari.
Samassi fu prima amministrata da Malganto di Ampurias, poi
da Cruillas, quindi nel 1391 da Antonio Podialto e alla sua famiglia. Nel 1421
il re Alfonso II di Spagna elargì il feudo di Samassi a Marco Monthoi insieme
al resto della regione di Siurgus, mentre nei secoli successivi si assistette a
numerosi passaggi di mano: al timone della spopolata area della Sardegna del
sud troviamo feudatari come Giovanni Montbuy e Antonio d’Eril nel Quattrocento,
Salvatore Aymerich, Mattia Cavaller e Giovanni di Castelvì nel Cinquecento,
Giovanni Battista, Caterina e Anastasio Castelvì nel Seicento.