Samassi e le sue antiche origini
Una terra dalle antiche origini, ancora oggi testimoniate dalla presenza di numerosi reperti archeologici ascrivibili al neolitico recente e soprattutto all'età prenuragica
La città di Samassivanta una lunga storia nel tempo, essendo stata una città propensa all’agricoltura, grazie alla presenza del Flumini Mannu, che da sempre (non a caso) attraversa il cuore pulsante di Samassi, e del vicino Stagno di Sanluri.
I primi insediamenti umani che è stato possibile ritrovare in questo angolo di Sardegna risalgono proprio al neolitico recente, attorno al 3500 a.C., le cui testimonianze ancora oggi si possono rintracciare attraverso i reperti archeologici che man mano si trovano a riaffiorare nel territorio.
Samassi, una terra ricca di reperti archeologici
La maggior parte dei reperti è ascrivibile, però, all’età prenuragica: ecco, allora, che dalla storia riaffiorano asce, teste di mazza, fusoliere e oggetti di ossidiana utili alla caccia e alle attività domestiche. Essendo la Sardegna, e Samassi, città abitate sin dai primordi della storia, non risulta affatto strano trovare disseminati per i suoi terreni questi tesori: merita una menzione speciale il ritrovamento, in località Sa Mandara, di due idoli raffiguranti la Dea Madre, probabilmente appartenenti alla cultura di San Michele di Ozieri, ora esposti al Museo Archeologico di Cagliari.
Gli archeologi sono riusciti a trovare anche numerosi resti di villaggi e sepolcretiche confermano le teorie degli studiosi legate al passaggio e al soggiorno della civiltà romana, arrivata a conquistare anche Samassi e dintorni. Non a caso proprio in epoca romana la città divenne una fra le più importanti comunità rurali del Campidano, in quanto l’intera zona agricola samassese permetteva di acquisire ingenti quantitativi di grano e cereali, assai importanti per lo sviluppo e l’accrescimento dell’Impero.