Arte, cultura e tradizioni

La disastrosa alluvione del 1898 e l'intercessione di San Geminiano

l'alluvione del 17 novembre 1898 che sommerse Samassi e il medio Campidano causò ben un milione e mezzo di Lire di danni, secondo la relazione del Presidente del Consiglio Pelloux. L'assenza di morti fu interpretata come un miracolo da parte del patrono San Geminiano, molto venerato

Nel corso degli anni, la Sardegna ha spesso subito calamità naturali di vario genere. Uno dei disastri che è rimasto maggiormente impresso nell’immaginario collettivo è l’alluvione del 17 novembre 1898 che flagellò il medio Campidano, tra cui Samassi. Solo nove anni dopo la catastrofe del 1889, "S’Annu ‘e s’unda", le forti piogge autunnali causarono un’esondazione del fiume Mannu che sommerse letteralmente un gran numero di case, facendo crollare a Cagliari il ponte della Scafa e la Torre della Quarta Regia.

La relazione alla Camera dell’allora Presidente del Consiglio Pelloux fu impietosa: i danni ammontarono a un milione e mezzo di Lire, una somma enorme per l’epoca, senza contare le ferite psicologiche subite dalla popolazione e dai numerosi minori. La notizia dell’alluvione comparve sui maggiori quotidiani nazionali e su testate straniere come il francese La Croix, suscitando una sincera compassione.

Samassi fu tra i comuni più colpiti ma i suoi cittadini seppero vedere il bicchiere mezzo pieno: miracolosamente non ci fu nemmeno una vittima e il merito di ciò fu imputato all'intercessione di San Geminiano, che da allora vide ulteriormente accresciuta la devozione nei suoi confronti. I samassesi istituirono infatti la festa votiva di "Santu Millaneddu" che si festeggia ogni anno davanti alla locale scuola elementare e coinvolge l’intera cittadinanza in un tripudio di gioia e di fervore religioso.

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